La stanchezza cronica è una condizione debilitante che influisce sulla qualità della vita di milioni di persone in tutto il mondo. Questo stato di affaticamento persistente può avere un impatto significativo sul ruolo che l'individuo ricopre nelle sue attività quotidiane e sul benessere complessivo: per questo motivo è di fondamentale importanza riconoscere la sintomatologia connessa e non sottovalutare gli effetti sull'organismo.
Una delle cause più sottovalutate della stanchezza cronica è rappresentata dalle carenze di micronutrienti nel corpo, che, se non adeguatamente gestite, possono compromettere gravemente il benessere fisico e mentale. Infatti, un'insufficiente assunzione di vitamine, minerali e altri nutrienti essenziali può causare un affaticamento persistente. Questa condizione può essere accompagnata da ansia, alterazioni dell'umore, cefalea e anemia, sintomi comuni delle carenze nutrizionali, che se non adeguatamente affrontati, possono peggiorare nel tempo.
Cosa si intende per stanchezza cronica?
La stanchezza cronica, nota anche come sindrome da fatica cronica (SFC) o encefalomielite mialgica (EM), è caratterizzata da una stanchezza persistente e debilitante che non migliora con il riposo e che, invece, può peggiorare sensibilmente con l'attività fisica o mentale. Questa condizione può durare per mesi o addirittura anni, limitando le capacità di svolgere le normali attività quotidiane.
Affinché sussista una diagnosi di SFC, la stanchezza persistente deve durare almeno sei mesi consecutivi; inoltre, questo tipo di disturbo è reso riconoscibile da alcuni tratti comuni, come ad esempio il fatto che talvolta inizia durante o dopo un episodio simile a un'infezione virale.
In caso di SFC solitamente si riscontrano dei miglioramenti con terapia cognitivo-comportamentale e con un graduale aumento dell'attività fisica. Inoltre, quello che si può fare per riconoscere e tenere a bada la sindrome da fatica cronica, specialmente quando è legata alla carenza di micronutrienti, è prestare molta attenzione all’alimentazione. In particolare, l'introduzione di nutrienti essenziali (come la vitamina D, la vitamina B12, l’acido folico, il ferro, il magnesio e il potassio), è fondamentale, poiché questi svolgono un ruolo cruciale nel funzionamento del sistema nervoso. La carenza di questi nutrienti può causare una debolezza costante che, a volte viene erroneamente attribuita a stress o malattie infettive. Riconoscere quando la stanchezza è dovuta a una mancanza di nutrienti, piuttosto che a una condizione medica più grave, è quindi molto importante.
Nonostante ciò, non è sempre facile identificare questa sindrome e le problematiche che ne derivano: circa il 25% delle persone riferisce di sperimentare stanchezza cronica, ma solo lo 0,5% (ovvero una persona su 200) ne è realmente affetto. In generale, si stima che questa condizione colpisca principalmente individui tra i 20 e i 50 anni, con una maggiore prevalenza tra le donne giovani e di mezza età rispetto agli uomini; tuttavia, la SFC può verificarsi in persone di qualsiasi età, compresi i bambini.
D'altro canto, i sintomi della sindrome da stanchezza cronica non vanno sottovalutati, né confusi con altri disturbo psico-comportamentali: si tratta di sintomi reali che possono rivelarsi altamente invalidanti e compromettere seriamente la qualità di vita del paziente. Pertanto, è fondamentale intervenire curando vari aspetti della propria salute, migliorando le abitudini quotidiane e adottando uno stile di vita equilibrato che includa tre elementi fondamentali: corretta alimentazione, esercizio fisico e adeguata gestione dello stress.
Come si manifesta la stanchezza cronica
Premesso che la sindrome da stanchezza cronica di solito colpisce individui attivi e con ritmi di vita molto alti, e che i sintomi possono avere un esordio improvviso, spesso dopo un evento stressante, è bene tenere presente che la sintomatologia della stanchezza cronica può variare da persona a persona.
Tra i sintomi più comuni si indicano:
- sensazione di affaticamento estremo: che consiste in una generalizzata perdita di forza, a carico dell'intero organismo ma non riconducibile a particolari problemi muscolari, nervosi o articolari (astenia). La carenza di micronutrienti come il magnesio, le vitamine del gruppo B e la vitamina D, è spesso alla base di questa sensazione di stanchezza, poiché questi componenti sono cruciali per la produzione di energia e il corretto funzionamento muscolare e nervoso;
- dolori muscolari e articolari: possono accompagnare l'astenia, che solitamente compare durante o subito dopo un'infezione virale o un'altra malattia pregressa. Le carenze di principi attivi come il calcio e la vitamina D, fondamentali per la salute muscolare e ossea, possono peggiorare questi dolori, rendendo muscoli e articolazioni più suscettibili a crampi e tensioni;
- difficoltà di concentrazione e problemi di memoria: ma anche insonnia e sonnolenza durante il giorno. Questo avviene quando a mancare è la vitamina B12 insieme all’acido folico, al calcio e allo zinco. Questi deficit nutrizionali possono influire negativamente sulle funzioni cognitive, aumentando le difficoltà di concentrazione e contribuendo a disturbi del sonno e frequenti mal di testa;
- depressione: un sintomo grave e comune nei casi di stanchezza cronica persistente. L’insufficienza di acidi grassi omega-3, essenziali per il corretto funzionamento del cervello e per la regolazione dell'umore, è associata a disturbi dell'umore e a un aumento del rischio di depressione, quindi la loro carenza può contribuire considerevolmente al peggioramento dei sintomi psicologici legati alla condizione.
Comprendere la sintomatologia con cui questa condizione si manifesta è fondamentale per individuare il trattamento più adeguato alla propria situazione. Molti dei sintomi sopraelencati, però, sono comuni a numerose condizioni, quindi è fondamentale rivolgersi al medico in caso di dubbi o se questi si protraggono nel tempo, interferendo notevolmente con il normale svolgimento delle attività quotidiane.
Cause della stanchezza cronica
Le cause esatte della stanchezza cronica non sono ancora completamente comprese. Si ritiene che la sindrome potrebbe derivare da una combinazione di fattori, e in particolare da un insieme di cause che possono essere di origine fisica, psicologica e ambientale. Sembra, inoltre, esserci una componente genetica nel disturbo, che potrebbe interagire con altri fattori scatenanti: in sostanza, è possibile che membri della stessa famiglia reagiscano in modo simile a fattori di stress fisici e psicosociali.
Un altro aspetto è che la carenza di micronutrienti essenziali possa svolgere un ruolo significativo nello sviluppo e nella manifestazione di disturbi come la stanchezza cronica. La mancanza di vitamine e minerali, elementi fondamentali per il corretto funzionamento dell'organismo, può compromettere la produzione di energia e indebolire il sistema immunitario, aggravando ulteriormente la sensazione di stanchezza prolungata.
Inoltre, il legame tra spossatezza cronica e infezione da COVID-19, con sintomi persistenti spesso associabili alla sindrome da fatica cronica (SFC), ha messo in evidenza l'importanza di una nutrizione adeguata nella gestione della condizione.
In aggiunta, nei pazienti affetti da sindrome da stanchezza cronica, sono state osservate alcune irregolarità nel sistema immunitario, senza però che queste corrispondessero ad anomalie specifiche, considerabili come causa primaria della malattia. Non esistono prove concrete che, le allergie, i problemi ormonali o le problematiche di salute mentale, siano collegati direttamente alla stanchezza cronica.
Trattamenti e rimedi utili
I pazienti affetti da sindrome da fatica cronica e fatica cronica idiopatica vengono trattati alla comparsa dei sintomi: è di primaria importanza spiegare loro chiaramente che la causa della condizione è attualmente sconosciuta, ma che i sintomi hanno un impatto reale e riconosciuto.
Le più efficaci opzioni terapeutiche possono includere una concordata terapia fisica, che comprende esercizio fisico graduale e controllato, calibrato sulle reali possibilità del paziente e supportato da un adeguato sostegno psicologico, come terapia cognitivo-comportamentale (TCC), per gestire lo stress e ridurre i sintomi depressivi.
Può essere altrettanto importante lavorare sul miglioramento della qualità del sonno (sia attraverso buone pratiche per conciliare il riposo, come evitare schermi luminosi prima di coricarsi e stabilizzare gli orari dei pasti, sia attraverso aiuti farmacologici e parafarmacologici).
Nei casi più complessi, è importante che il medico lavori insieme al paziente per sviluppare strategie mirate ad alleviare il dolore muscolare e articolare associato alla sindrome. Un altro aspetto che non va trascurato, sebbene spesso sottovalutato, riguarda l'alimentazione.
L'uso di integratori alimentari può, in alcuni casi, supportare il trattamento e apportare numerosi benefici per la salute, ma deve sempre essere valutato attraverso una visita medica con uno specialista. Inoltre, mantenere uno stile di vita sano, che includa attività fisica anche leggera e il monitoraggio della prevenzione di eventuali patologie correlate, come il diabete, è fondamentale per migliorare lo stato di benessere e gestire i sintomi. Sottoporsi ad un controllo periodico tramite analisi del sangue e altri esami diagnostici, è fondamentale per monitorare i progressi e adattare il trattamento in base alle esigenze del paziente.
Qualunque sia il procedimento indicato dagli specialisti del settore, gli obiettivi del trattamento mirano a reintegrare il paziente nel suo normale ciclo produttivo: dal ritorno al lavoro al mantenimento di normali livelli di attività, dal recupero di energia e vitalità alla scomparsa di eventuali sintomi fisici come dolori muscolari, insonnia o debolezza, con risvolti positivi anche nell'interazione sociale del paziente con altri individui.
In sintesi, la stanchezza cronica è una condizione complessa che può influire notevolmente sulla vita di una persona, ma che può essere trattata con buoni risultati, specie dopo una diagnosi accurata e la definizione di un trattamento terapeutico che mira alla gestione dei sintomi.
Ruolo dell'alimentazione e dei micronutrienti
Le vitamine e i minerali sono nutrienti essenziali per il corretto funzionamento del metabolismo e di tutto l'organismo. La mancanza di questi micronutrienti, quindi, può influire negativamente sulla salute, rendendo difficoltoso anche lo svolgimento di piccoli compiti quotidiani, che richiedono uno sforzo fisico maggiore.
Un’alimentazione corretta e mirata, che fornisca adeguate quantità di vitamine e minerali, è un alleato fondamentale nella lotta contro la stanchezza. Nel caso, però, in cui non si riescano ad assumere le adeguate quantità di nutrienti dal cibo è possibile ricorrere all'integrazione multivitaminica; l'opzione, comunque, resta valida anche per coloro che vogliono semplicemente fornire un boost di energia alla propria condizione fisica e mentale L'assunzione di integratori contenenti Coenzima Q10, zinco e vitamine del gruppo C, D e B, infatti, è ritenuta utile nel ridurre significativamente il senso di affaticamento.
La somministrazione orale di tali nutrienti può risultare utile per recuperare l'energia perduta. Per garantire un approccio efficace, è importante che i pazienti si sottopongano a specifici test nutrizionali per monitorare le carenze e determinare gli interventi più appropriati.
In questo contesto, alimenti funzionali come yogurt probiotici, cereali fortificati, avena e cioccolato fondente possono essere utili nel fornire più energia, sia fisica che mentale. Tuttavia, è fondamentale comprendere che non esistono cibi miracolosi: una dieta equilibrata, insieme a uno stile di vita sano, costituisce l'approccio migliore per sostenere l'energia di corpo e mente. Questi alimenti, ricchi di composti biologicamente attivi, contribuiscono a supportare la vitalità, ma il miglioramento dello stato di salute dipende da un insieme di abitudini quotidiane, che includono non solo una dieta equilibrata, ma anche l'eventuale integrazione con integratori specifici.