Stanchezza post Covid: come ritrovare l'energia perduta

La stanchezza post-Covid, conosciuta anche come Long Covid, è uno dei disturbi più comuni che colpisce chi ha superato il virus, ma continua a fare i conti con una spossatezza persistente.

Questo tipo di affaticamento può durare a lungo, condizionando profondamente il normale svolgimento di attività lavorative o familiari.

Cos'è la stanchezza post covid?

Il long Covid non può essere propriamente definito una "malattia", tuttavia è una condizione post infettiva molto seria che colpisce alcune persone che, pur essendo guarite dal COVID-19, continuano a manifestare sintomi a lungo termine. Tra i più comuni c'è la stanchezza persistente, che può durare settimane o addirittura mesi, influendo profondamente sul benessere di ognuno.

Questa sindrome è definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come un disturbo che coinvolge il sistema nervoso, caratterizzato da una fatica cronica e debilitante che non migliora facilmente, nemmeno con un adeguato riposo.

Le persone affette da long Covid possono anche sperimentare altri sintomi, come difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno e problemi respiratori (respiro corto). La stanchezza associata a questa condizione è spesso descritta come un esaurimento generale delle forze e, in alcuni casi, può peggiorare dopo uno sforzo fisico o anche a seguito di attività prettamente intellettuali.

La causa esatta di questi sintomi non è ancora completamente compresa, ma si ritiene che possano derivare da una risposta immunitaria alterata o da danni causati dal virus stesso. Anche se la maggior parte delle persone guarisce dal COVID-19 in un tempo relativamente breve, una significativa percentuale di pazienti continua a fare i conti con gli effetti a lungo termine, che possono compromettere il loro benessere e la loro capacità di tornare a una vita normale.

Sintomi della stanchezza post Covid

La pandemia di COVID-19, causata dal virus SARS-CoV-2, ha colpito oltre 519 milioni di persone in tutto il mondo. Quello che viene definito anche come coronavirus ha visto una rapida diffusione in oltre 190 paesi e, oltre ai sintomi acuti, molte persone che hanno contratto il virus continuano a soffrire di effetti a lungo termine anche dopo essersi riprese dall'infezione iniziale.

I sintomi più comuni segnalati dai pazienti affetti da long Covid includono affaticamento, difficoltà respiratorie, depressione, ansia, dolori articolari e insonnia. In particolare, l'affaticamento è un disturbo debilitante che si riscontra anche in altre malattie neurologiche e oncologiche.

Altri sintomi invalidanti del long Covid includono:

  • mal di testa, difficoltà di concentrazione e problemi di memoria: questi sintomi fanno parte di un insieme di disturbi descritti come "brain fog" (nebbia mentale) e rendono difficile concentrarsi e ricordare dettagli di vario genere;
  • disturbi dell'olfatto, del gusto e dell'udito: molti pazienti segnalano principalmente alterazioni o perdita temporanea del senso dell’olfatto o del gusto, che possono persistere anche a lungo dopo la guarigione dall'infezione;
  • disturbi gastrointestinali frequenti: nausea, vomito, perdita di appetito, dolori addominali, diarrea e reflusso gastroesofageo sono tutti disturbi che influiscono negativamente sulla digestione e sull'alimentazione, aggravando ulteriormente una situazione già delicata;
  • dolore muscolare e articolare: sono sintomi comuni tra molti pazienti, che avvertono rigidità e dolore diffuso, limitando così la mobilità e l'attività fisica;
  • mancanza di appetito: la perdita di interesse per il cibo è un sintomo frequente che può portare a una riduzione dell'assunzione di nutrienti e a una sensazione generale di debolezza.

Possibili cause

Nonostante numerosi studi, le cause dell'affaticamento post-Covid sono ancora in parte sconosciute. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che la stanchezza non ha una causa unica, ma è il risultato della combinazione di diversi fattori, tra cui alterazioni nei neurotrasmettitori, infiammazione, disturbi psichiatrici, stress psicologico, difficoltà cognitive e cambiamenti nel metabolismo. L'affaticamento post-Covid è definito come una riduzione delle capacità fisiche e mentali, causata da modifiche a livello centrale e periferico derivanti, appunto, dall'infezione da SARS-CoV-2.

Le possibili cause del long Covid sembrano essere collegate a una serie di fattori complessi e sovrapposti. Tra le principali teorie, una delle più accreditate è la presenza di tracce residue del virus SARS-CoV-2 nei tessuti, che potrebbe continuare ad avere una forte influenza sul corpo anche dopo la guarigione. Un altro aspetto importante riguarda l'alterazione del sistema immunitario, che in alcuni casi potrebbe attivare o riattivare virus precedentemente dormienti, come l'herpesvirus, causando ulteriori problemi.

Inoltre, si ipotizza che il SARS-CoV-2 possa alterare il microbiota intestinale, ovvero la comunità di batteri e altri microrganismi che vivono nel nostro corpo, influenzando la salute generale. Altri fattori suggeriti includono un’infiammazione a livello dei piccoli vasi sanguigni e disfunzioni nel sistema nervoso, come nel tronco encefalico e nel nervo vago, che potrebbero contribuire all'insorgere di sintomi neurologici.

Nonostante queste ipotesi, la ricerca è ancora in fase preliminare e molte domande restano aperte. I fattori di rischio per lo sviluppo del long Covid includono il sesso femminile, il diabete di tipo 2, disturbi autoimmuni e, in alcuni casi, condizioni preesistenti come la rinite allergica o l'orticaria cronica, anche se un terzo delle persone colpite dal long Covid non presenta malattie pregresse conosciute .

Diagnosi e caratteristiche specifiche

Mentre per verificare la positività al Covid-19 è sufficiente sottoporsi a un tampone antigenico o molecolare, la diagnosi di long Covid è decisamente più complessa. Infatti, non esistono esami specifici in grado di rilevare i sintomi persistenti associati alla sindrome.

L’identificazione del long Covid avviene principalmente sulla base della valutazione clinica personale, considerando la storia di infezione da COVID-19 e la persistente sensazione di malessere, accompagnata dai sintomi tipici della condizione. Pertanto, è consigliabile che chiunque sperimenti manifestazioni riconducibili al long Covid o non avverta un completo recupero dopo l'infezione, si rivolga al proprio medico di base o a uno specialista, per comprendere quali siano gli accertamenti più appropriati a cui sottoporsi.

Sebbene in molti casi i sintomi tendano a migliorare nel tempo, alcuni pazienti continuano a manifestare problemi anche due anni dopo l'infezione acuta.

In conclusione, per valutare la presenza del long Covid ci si basa sulla storia clinica del paziente e sulle problematiche riportate. Nei casi in cui i sintomi siano indicativi di COVID lungo, ma non ci siano prove dirette di una precedente infezione da SARS-CoV-2, la rilevazione degli anticorpi può essere utile per supportare la diagnosi. Tuttavia, poiché i livelli di anticorpi diminuiscono nel tempo, un test sierologico negativo non esclude necessariamente una passata infezione.

Come affrontare la stanchezza post Covid

Quando si affronta la stanchezza post-Covid è importante seguire alcune linee guida, o in generale, una terapia prescritta da un esperto in medicina che aiuti il corpo a riprendersi gradualmente. Ogni passo nella gestione dei sintomi deve essere mirato al recupero dell'energia e al miglioramento del benessere complessivo.

Ecco alcuni suggerimenti su come affrontare efficacemente la stanchezza post-Covid.

  • Concedersi del tempo: è fondamentale prendersi un periodo per recuperare, senza avere fretta di tornare alle normali attività quotidiane.
  • Idratarsi e mangiare cibi sani: per affrontare la stanchezza post-Covid, è fondamentale seguire una dieta sana e bilanciata. Un'alimentazione ricca di vitamine e proteine, eventualmente combinata con l'uso di integratori multivitaminici, può supportare il sistema immunitario e migliorare i livelli di energia. Inoltre, integrare la dieta con alimenti ricchi di vitamina C e D può migliorare notevolmente il recupero.
  • Concentrarsi sull’attività di resistenza: per combattere la stanchezza, è consigliato praticare attività fisica leggera, come passeggiate o esercizi a casa. Questo aiuta a migliorare la resistenza e a stimolare il corpo, riducendo l'affaticamento. Anche brevi sessioni di movimento sotto forma di yoga o pilates possono contribuire al recupero della vitalità.
  • Ottimizzare il sonno: dormire bene è fondamentale per affrontare la stanchezza post-Covid. Ottimizzare il sonno durante la convalescenza aiuta, inoltre, il corpo a recuperare. Creare una routine regolare è essenziale per contrastare la fatica e recuperare gradualmente le forze.

Affrontare la spossatezza post-Covid richiede un impegno costante nella cura di sé, adottando buone abitudini, modificando lo stile di vita e cercando il giusto supporto si può tornare ad essere attivi ed energici.

In alcuni casi, soprattutto se si tratta di donne in gravidanza o di bambini, potrebbe essere necessario un trattamento specifico sotto la supervisione di professionisti sanitari. È fondamentale anche monitorare lo stato di salute generale attraverso analisi annuali e, se necessario, utilizzare farmaci adatti a combattere delle infezioni che potrebbero ripresentarsi, sempre sotto consiglio medico.

Un ulteriore consiglio è quello di inserire nel proprio regime alimentare, sempre sotto prescrizione del proprio medico, alcuni integratori multivitaminici, che possono contribuire al recupero dell'energia; un esempio è la vitamina D, che può rafforzare il sistema immunitario. Allo stesso modo, l'inclusione di omega-3 nella propria alimentazione, tramite integratori o cibi ricchi di questi acidi grassi essenziali, può contribuire a ridurre le infiammazioni e migliorare complessivamente la salute.

In aggiunta, nel periodo post-Covid, il corpo ha bisogno di un supporto adeguato a recuperare dall'infezione e a ridurre i danni provocati dal virus. Vitamina C e zinco sono due nutrienti che possono giocare un ruolo fondamentale nel processo di recupero. La vitamina C, grazie alle sue proprietà antiossidanti, risulta essere un'ottima protezione per le cellule, rafforzando la risposta del corpo durante la convalescenza.

D'altra parte, lo zinco, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, contribuisce a ridurre l'infiammazione che può persistere nel corpo anche dopo la guarigione dal Covid-19, supportando così la salute di organi vitali come cuore e polmoni. L'assunzione regolare di questi nutrienti può quindi essere un valido aiuto per accelerare il processo di recupero e rimettersi totalmente in sesto.